Politica

Il Coronavirus è stato isolato ma la società manifesta sintomi di razzismo

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Mentre due turisti cinesi sono ricoverati allo Spallanzani di Roma e il Coronavirus è stato isolato, la società sembra dare qualche segnale critico

Da una settimana il mondo è preso dalla gestione di un’emergenza sanitaria che sta facendo registrare fenomeni sociali da non sottovalutare. Il Coronavirus ha nettamente soppiantato la crisi mediorientale che stava tenendo tutti con il fiato sospeso. A dire il vero parlando di priorità sarebbe comprensibile. È prevedibile che un tema sanitario di portata mondiale assuma una rilevanza mediatica.

Quello che non è probabile anzi, deve preoccupare chi si trova al governo di un Paese, è come un problema sanitario circoscritto si sia trasformato in un pretesto per una discriminazione.
Da tempo si sta discutendo della costante perdita di autorevolezza sociale della scienza. Sempre più spesso infatti si assiste al discredito della parola scientifica e a un aumento di preoccupazioni non fondate.

Stando ai fatti italiani il Coronavirus è sotto controllo, se ne conosce la provenienza e negli ultimi giorni ricercatori di diversi Paesi fra cui anche l’Italia lo hanno isolato e stanno iniziando uno studio approfondito che probabilmente servirà alla creazione di un vaccino.
Il sistema sociale però sembra non recepire queste informazioni. Così si assiste alla diffusione di comportamenti, a volte inutili o addiritura sconsigliati dagli addetti ai lavori, nel tentativo di proteggersi da qualcosa che in verità in Italia non sta propagando.

Il virus è partito da una megalopoli cinese ma da questo a considerare tutte le persone di nazionalità cinese come untori ce ne passa. Molte di queste non hanno contatti con la Cina eppure in queste due settimane non hanno avuto clienti nelle loro attività. Basta essere di nazionalità cinese per essere considerato un possibile portatore di Coronavirus. Non solo tutto ciò è privo di un fondamento scientifico, scopre un tema ben più complicato da risolvere. Non è che il Coronavirus sta diventando un comodo pretesto per un razzismo sottile?

Ad aggiungersi alla discriminazione verso gli esercizi commerciali cinesi sono messaggi sulle chat dei genitori con i quali si invita a tenere lontani i propri figli dai loro compagni di nazionalità cinese, la diffusione di un sarcasmo razzista che si unisce a scene nelle quali passanti vengono additati come pericolo.

La ciliegina sulla torta arriva dai presidenti di Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, tutti provenienti dalla Lega, che hanno disposto il non rientro a scuola dei bambini di ritorno dalla Cina. Non è finita qua. La politica italiana riesce a dare spettacolo anche in un momento delicato come questo. A entrare in scena è Il Vicepresidente del Senato La Russa con il suo tweet con cui invita a fermare il Coronavirus con il saluto romano.

Fra farsa e tragedia ci sarebbe da piangere se non fosse per un clima sociale che dovrebbe preoccupare innanzitutto la politica. Se a sfuggire è l’elemento sociale di questa questione complicata poco c’è da festeggiare per il resto. Mentre la sanità italiana si dimostra ancora una volta efficiente in qualche via del Paese un cittadino di vaghe origini asiatiche viene additato come fossimo in una celebre scena manzoniana. Forse la politica si dovrebbe preoccupare.

Federico Feliziani

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Federico Feliziani
Autore e scrittore di prosa e poesie, blogger e consigliere comunale a Sasso Marconi, è da circa un decennio politicamente attivo e dedito alla causa contro le violazioni dei diritti umani. Considera la propria disabilità un’amica e compagna di vita con cui crescere e mantenere un dialogo costante.