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Salute mentale: cos’è cambiato dopo la legge Basaglia?

Tempo di lettura: 3 minuti

Nato l’11 marzo 1924, Franco Basaglia è stato uno psichiatra che ha portato a un cambiamento riguardo la salute mentale nell’Italia del XX secolo. È conosciuto in particolare per la legge 180 del 1978, che ha sancito la chiusura dei manicomi e promosso una rivoluzione nel campo della salute mentale.

I manicomi

Prima di lui, infatti, i manicomi erano delle vere e proprie prigioni: le persone con una malattia mentale, dopo essere state allontanate dalla società perché considerate pericolose per gli altri, venivano rinchiuse in queste strutture. Lì dentro, però, non ricevevano una cura effettiva.

Le condizioni dei manicomi erano disumane e terribili. I pazienti diventavano come delle amebe a causa dei trattamenti che venivano utilizzati. Trattamenti, come l’elettroshock, la camicia di forza, ferri roventi, bagni proventi non miglioravano la malattia, ma peggioravano la condizione dei pazienti. Venivano usati soprattutto per calmare la persona e contenere le crisi.

Questo perché l’obiettivo dei manicomi non era quello di aiutare le persone con malattie mentali, ma di allontanarle e nasconderle dalla società. Erano vere e proprie strutture di contenimento: la malattia mentale, al tempo, era un tabù e un motivo di vergogna: qualcosa da nascondere ad ogni costo.
In parte, ancora oggi la malattia mentale è un tabù e lo stigma che si porta dietro è ancora grande.

 

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L’esperimento di Basaglia

In questo contesto, Franco Basaglia ha portato un cambiamento. Nel 1961 diventò direttore dell’ospedale psichiatrico di Gorizia e si accorse di come la situazione dei manicomi fosse urgente e grave.
Basaglia tentò così un approccio nuovo e fresco, quello della “comunità terapeutica” e l’organizzazione dell’ospedale cambiò completamente.

L’approccio di Basaglia alla salute mentale portò ad un’umanizzazione della vita dei reparti, all’abbattimento delle inferriate, alla democratizzazione della vita manicomiale, ad un’umanizzazione e liberazione delle persone con malattie mentali.

 

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La legge 180

I cambiamenti portati da Basaglia hanno costituito i primi passi verso una critica all’istituzione manicomiale. Grazie a lui si è iniziato a mettere in discussione il sistema dei manicomi e si è poi avviato il percorso verso una legge che ha portato in seguito alla chiusura definitiva di queste strutture.

Il 13 maggio 1978 veniva approvata la legge 180 e con essa venivano smantellati i capisaldi su cui si era costruita la psichiatria moderna: manicomio e pericolosità sociale.

In questo senso, la legge 180 ha aperto un nuovo capitolo nella cura delle malattie mentali e ha apportato sicuramente un cambiamento.

E oggi?

Ma qual è la situazione attuale? Basaglia ha il merito di aver portato alla chiusura dei manicomi, ma ancora oggi intorno alle malattie mentali sono presenti un grande stigma e silenzio.

Basti pensare a come durante la pandemia la salute mentale sia stata completamente trascurata, e lo è ancora dopo un anno. Alla salute mentale non viene data la stessa importanza di quella fisica e andare in terapia, per esempio, rimane ancora un tabù. Oltre al fatto che si tratta anche di un privilegio, a causa del costo elevato.

 

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Ancora oggi si tratta con leggerezza chi ha una malattia mentale. La parola depressione spesso viene usata come sinonimo di tristezza, bipolare al posto di dire lunatica.
Ad esempio, le persone che hanno una tossicodipendenza vengono viste come delle criminali. Quando Maradona è morto è stata usata la parola tossico in modo spregiativo come se fare uso di droghe fosse una colpa, una cosa brutta e una motivo di vergogna e non, invece, il sintomo di un malessere esperito da una persona che sta male.

Dal lavoro di Franco Basaglia sono stati fatti passi in avanti, ma ne restano ancora tanti altri da fare perché si arrivi a una definitiva de-stigmatizzazione delle malattie mentali e perché si renda accessibile a chiunque la cura e il sostegno.

Sara Najjar
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Sara Najjar
Nata nel 1996 a Bologna e cresciuta nell'hinterland modenese, è ritornata nella sua città natale da pendolare dove ha studiato prima Educatore sociale e culturale e poi Pedagogia. Si circonda di gatti fin da quando è piccola e, tra le tante cose, si ciba di musica (principalmente indie), serie tv, libri e scrittura.