25 aprile
Politica

25 Aprile 2020. Uno storico risveglio fra passato e presente

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Un risveglio storico per festeggiare un anniversario come mai è stato fatto

Questa mattina ci svegliamo in un giorno storico. Talmente storico che emoziona perfino scrivere queste righe. Ci siamo svegliati in un 25 Aprile che segnerà un’epoca.
È il 25 Aprile dei 75 anni dell’Italia libera dal nazifascismo. Oggi ricordiamo il giorno nel quale si iniziarono a gettare le basi per uno Stato libero e democratico.
Ci siamo risvegliati nel 75° anniversario della Liberazione arrivato nel bel mezzo di una pandemia epocale che cambierà per sempre le nostre vite.
Esistono molti modi di festeggiare il 25 Aprile: chi si riversa nelle piazze, chi si reca alle tante manifestazioni e chi le organizza. C’è infine chi, sin dal primo mattino, si porta sui cippi e nei luoghi in cui si combatterono le battaglie di Liberazione.

Quest’anno non potremo vivere un 25 Aprile come gli altri. Nel momento storico della quarantena siamo costretti in casa e a mantenere una distanza meccanica. Proprio nel giorno della più bella festa laica: Oggi ci mancheranno gli abbracci, le strette di mano; ci mancherà la fatica dell’allestimento delle piazze. Sentiremo la nostalgia degli applausi e del vociare. Il 25 Aprile è un momento di unità morale e fisica dal quale prendere lezione di solidarietà. Quel sentimento del quale oggi sentiamo il bisogno.

Il 25 Aprile 2020 sarà ricordato come una data unica che dimostra come, nonostante le limitazioni vigenti, non si rinuncia alla festa della Liberazione. Centinaia di iniziative digitali scandiranno questa giornata perché, se è vero che dobbiamo stare fisicamente distanti, è altrettanto vero che possiamo stare empaticamente vicini. Possiamo partecipare agli stessi eventi, possiamo cantare insieme la stessa canzone. Insomma abbiamo la possibilità di condividere un giorno storico che sarà ricordato per sempre. 

Se speravamo di svegliarci in un giorno talmente storico da annientare qualsiasi polemica trita e ritrita, non siamo stati accontentati. Nel 75° anniversario della Liberazione, in un momento critico per tutto il mondo che impedirà a molte persone di vivere le proprie abitudini commemorative, chi non si riconosce nel 25 Aprile alza comunque la testa. Così aleggia nell’aria la proposta del vice presidente del Senato La Russa che vorrebbe sostituire il ricordo della Liberazione dal nazifascismo con quello della vittime di tutte le guerre: compresa quella al Coronavirus.

Mentre siamo tutti costretti in casa alcuni rappresentanti politici, nostalgici del passato più buio per l’Italia, invitano a scendere in strada intonando le note del Piave per ribadire l’estraneità dal significato storico e civile del 25 Aprile. Per questo forse assisteremo alla più vigliacca manifestazione della galassia nera. Un cenno di presenza quando la stragrande maggioranza dei cittadini sono chiusi in casa e non possono gridare il contro canto. 

Ci siamo svegliati in un anniversario unico che viviamo con la consapevolezza della necessità di sprigionare la stessa forza di chi, settantacinque anni fa, ha sconfitto il nazifascismo e contribuito a fare nascere l’Italia di oggi.

Federico Feliziani

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Federico Feliziani
Autore e scrittore di prosa e poesie, blogger e consigliere comunale a Sasso Marconi, è da circa un decennio politicamente attivo e dedito alla causa contro le violazioni dei diritti umani. Considera la propria disabilità un’amica e compagna di vita con cui crescere e mantenere un dialogo costante.