Cazzimma
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Napoli: oltre il momento negativo alla ricerca della cazzimma perduta

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Per l’Accademia della Crusca, la “cazzimma” è un’espressione tipicamente partenopea che indica un insieme e un intreccio di atteggiamenti come l’autorità, talvolta la malvagità, l’avarizia. Applicata al calcio, poi, la cazzimma assume contorni più opportunistici ed è intesa come, appunto, “cinismo”, “cattiveria agonistica”, “opportunismo”.

Perché questo preambolo? Perché al Napoli in questo momento sembra mancare proprio la “cazzimma”. Ebbene sì, nonostante i trattati tattici di sedicenti allenatori o presunti tali, il Napoli di Ancelotti sta dimostrando di essere una squadra molto forte ma con una forte carenza in termini di cattiveria agonistica e di cinismo.

Napoli – Gli stimoli in Champions che contano quanto la cazzimma

Dopo tre giornate il Napoli guida il girone di Champions League a quota sette punti grazie a due vittorie ed un pareggio. Non male, direte. In effetti il cammino in Champions League è quasi perfetto. Eppure c’è un “MA” che forse spiega le difficoltà del Napoli in Campionato. Quando c’è da giocare contro una squadra forte e blasonata gli uomini di Ancelotti sono in grado di dare il tutto per tutto e di tirare fuori la famosa cazzimma.

Come ve lo spiegate, altrimenti, il successo casalingo contro il Liverpool campione d’Europa in carica? Oppure come lo spiegate il successo in trasferta a Salisburgo contro una squadra che non perdeva tra le mura amiche da settanta match? Semplice, è tutta questione di stimoli. Quando, infatti, la partita è meno impegnativa, come quella in Belgio contro il modesto Genk, il Napoli sveste i panni della squadra matura e si perde in giocate effimere. Diventa, improvvisamente, una squadra che si specchia troppo e che quindi perde la cattiveria agonistica necessaria per vincere le partite.

Nella trasferta belga, infatti, la squadra di Ancelotti sembra aver sottovalutato l’avversario – sprecando decine e decine di palle gol. Una squadra cattiva – pardòn – con la cazzimma, avrebbe messo al sicuro il risultato e poi si sarebbe concessa sprazzi di accademia calcistica.

Guai però a pensare che si tratta di una problematica legata solo ed esclusivamente alla gestione targata Ancelotti. Gli azzurri si portano dietro questa mancanza di cinismo da qualche anno. Anche durante la gestione Sarri, infatti, spesso la squadra risultava essere spocchiosa e mancante in termini di cattiveria. Fattori che hanno inciso sulla corsa scudetto di tre anni fa.

Napoli – la cazzimma perduta in Campionato

In campionato la situazione non cambia. Quella che può sembrare una squadra matura e pronta al grande salto si trasforma spesso in una squadra svogliata e senza… indovinate un po’? Cazzimma! Lo dimostra il pareggio contro la Spal, squadra mediocre che però è stata graziata da un Napoli svogliato ed involuto, appena quattro giorni dopo la brillante vittoria in Champions League contro il Salisburgo.

Ne è prova la sconfitta col Cagliari, arrivata dopo aver dominato in lungo ed in largo per tutti i novanta minuti, senza però riuscire a segnare nonostante le numerosissime palle gol. Perché è successo? Agli azzurri è mancato il killer instinct.  Una squadra matura, cattiva e con la cazzimma avrebbe ammazzato la gara, portando a casa i tre punti. Senza se e senza ma.

È tutta questione di cattiveria? No, assolutamente. La squadra è stata costruita per lottare fino in fondo in campionato e per ben figurare in Champions League. Quello che manca al momento, oltre alla cazzimma, è l’equilibrio. E questo vale sia all’interno dell’ambiente che all’esterno. Perché sì, Napoli è una città umorale ed i giudizi sulla squadra da parte degli addetti ai lavori e dei tifosi sono spesso troppo legati ai risultati. Insomma, la squadra deve crescere, ma per il grande salto serve che tutte le componenti in gioco diano quel qualcosa in più.

Andrea Tarantino

 

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