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Politica

Il giallo delle Sardine svela già chi potrebbe essere l’assassino

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La popolarità delle Sardine potrebbe essere agli sgoccioli. Fra popolare ed élitarismo il pendolino pende sulla seconda opzione

Continua il giallo sul futuro del movimento delle Sardine. Un giallo che diventa a tratti horror. Nonostante nei gialli non si sveli mai l’assassino prima del finale, in questo caso però lo si inizia a intravedere e potrebbe non essere il classico maggiordomo.

Dal 14 Novembre dello scorso anno è passato molto tempo. C’è stata la diffusione rapidissima del movimento in tutta Italia, la manifestazione estremamente simbolica in Piazza San Giovanni a Roma e l’incontro a porte chiuse dei referenti territoriali. In quell’occasione -va ricordato- si è deciso di fare ritorno nei territori di appartenenza per concentrarsi sulle elezioni regionali in Calabria e in Emilia-Romagna. In tutto l’entusiasmo di questi mesi, le Sardine hanno sempre rinviato il problema di quale struttura darsi e se darsela.

Alla vigilia della seconda manifestazione bolognese Giulia Trappoloni, 29 anni e componente del gruppo dei quattro ideatori, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera dalla quale emergono alcune questioni rilevanti. Innanzitutto la Trappoloni afferma come le Sardine siano nate contro Matteo Salvini. Un tema molto spinoso sul quale finora sono sempre emerse posizioni divergenti e contrastanti. La seconda questione molto interessante sollevata dalla Trappoloni è come le Sardine siano al fianco di Stefano Bonaccini candidato presidente dell’Emilia-Romagna per il Centrosinistra. Affermazione prevedibile che però sancisce una precisa collocazione delle Sardine nel panorama politico.

Più volte abbiamo scritto come le Sardine si rivolgessero a tutta la politica muovendo critiche sullo stile dominante in questo tempo. L’affermazione di Giulia Trappoloni cambia di molto la posizione del movimento. Si può dire che le Sardine sono entrate a far parte dell’alveo del centrosinistra. La domanda è se questo sia voluto o no.

A svelare chi sarà l’assassino del movimento è però la terza questione accennata da Trappoloni. Ovvero come il movimento delle Sardine non potrà stare per sempre nelle piazze ma come debba “lavorare su altri canali”. Ecco la trappola dell’anti populismo che si trova in bilico fra il popolare e l’élitarismo.
Si tratta di una differenza sottile ma sostanziale. Cosa significa essere anti populista? L’anti populismo può essere popolare? Sì, se vuole coinvolgere. Altrimenti rischia di essere un potente boomerang a favore di chi si definisce populista. L’opposto di populismo deve essere popolare, non élitarismo. L’opposto di populismo è il ragionamento: fatto però insieme alle persone. Non in circostanze chiuse.

Se le Sardine sceglieranno la chiusura il loro sforzo di questi due mesi sarà vano. Se è vero che il movimento si oppone al leader della Lega, abbandonare la piazza per cercare “altri canali”, come dichiarato da Giulia Trappoloni, sarebbe un gigantesco regalo a Matteo Salvini. Un pacco infiocchettato che lo farebbe tornare il leader della piazza.

Bisognerà attendere ancora un po’ per sapere cosa sarà del movimento che ha fatto riscoprire la piazza come mezzo di critica pacifica. Se quelle apparse sul Corriere della Sera sono le premesse, per le Sardine potrebbe finire presto il momento popolare.

Federico Feliziani

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Federico Feliziani
Autore e scrittore di prosa e poesie, blogger e consigliere comunale a Sasso Marconi, è da circa un decennio politicamente attivo e dedito alla causa contro le violazioni dei diritti umani. Considera la propria disabilità un’amica e compagna di vita con cui crescere e mantenere un dialogo costante.