Abuso in Spagna
Società

Abuso in Spagna, la colpa di una vittima “incosciente”

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È successo ancora. In Spagna, pochi giorni fa, un’ altra vittima di stupro non è stata ritenuta tale perché, in stato di incoscienza, non è stata in grado di opporsi. Per il tribunale è stato solo abuso. Così come un abuso era stato considerata lo stupro di gruppo di una ragazza nel 2016 alla tradizionale festa di San Firmino a Pamplona.

A giugno però la corte suprema aveva ribaltato la sentenza: il fatto era stupro, ma dal punto di vista legislativo poco è cambiato. Ad oggi per la legge spagnola il reato di stupro sussiste solo in presenza di uso della forza o minaccia, non necessarie se la persona in quel momento non è in grado di intendere.

I Fatti

Nel 2016 la vittima, all’epoca appena quattordicenne, stava partecipando ad una festa a Manresa in Catalogna quando sotto l’effetto di alcool e droghe seguì un ragazzo in un edificio appartato. Qui, in stato di incoscienza, venne violentata dal giovane e subito dopo da altri quattro ragazzi che lì avevano atteso l’arrivo dell’amico con la ragazza. Ciascuno di loro lo fece per quindici minuti. Cosi venne stabilito: dei turni di quindici minuti in cui far quel che si voleva di una ragazza, poco più che bambina, per loro divenuta oggetto.

Fu uno stupro. Ma nelle aula di giustizia non è stato considerato tale.

Un mondo “giusto”

Con questa sentenza qualcuno ha pagato. Ma farlo non sono stati i colpevoli, la cui pena dai quindici/venti anni previsti per stupro e passata a 10, ma la vittima di violenza. Vittima che non è stata riconosciuta come tale.

Ha pagato perché, in stato di incoscienza, non poteva opporsi a chi la stava violentando facendo capire il suo dissenso.

La legge spagnola ci dice  quindi che la colpa non è di chi si approfitta di una situazione di difficoltà ma di chi in quella situazione di difficoltà si trova.

Perché se non sei in grado di esprimere il tuo consenso è chiaro che qualcuno se ne approfitterà.

È una visione distorta della realtà che prima ancora di manifestarsi in ambito legislativo è evidentemente presente in ambito sociale.

Lo spiega il professor Melvin J. Lener che per primo ne ha parlato chiamandola “ipotesi di un mondo giusto”.

Secondo Lener infatti è comune a molti l’assunzione di tale prospettiva dal momento che si fonda su una rasserenante illusione di una realtà meritocratica. In pratica ci convinciamo che il mondo sia dominato da una qualche giustizia divina per cui i “buoni” saranno ricompensati e i “cattivi” saranno puniti.

Gli effetti di una stortura

A livello sociale tale credenza è tanto rassicurante quanto pericolosa. Da una parte ci permette di sentirci al sicuro: a noi nulla di tutto ciò avverrà perché non abbiamo fatto nulla per meritarcelo. Dall’altra però ci porta a non avere nessun senso di empatia nei confronti della vittima, che ai nostri occhi diviene anche essa responsabile di ciò che le è accaduto.

E se ciò ha ripercussioni negative in ambito sociale ne ha di devastanti in ambito legale.

Ciò che è avvenuto in Spagna lo dimostra bene: se la legge si basa su tale visione della realtà difficilmente le vittime avranno davvero giustizia. E sarà poi per questo che molte decideranno di non denunciare.

Un necessario cambio di rotta

In Spagna lentamente si sta iniziando a prendere consapevolezza della situazione. Questo sopratutto grazie ai movimenti di protesta popolari che già all’epoca della sentenza sui fatti di Pamplona scesero in piazza contro di essa e che anche oggi protestano diffondendo l’hashtag #NoEsAbusoEsViolacion.

Un cambiamento si sta realizzando, e di ciò è indice un tentativo di revisione della legge sullo stupro non ancora però concretizzatosi come l’ultima sentenza ha dimostrato. Revisione che però è necessaria.

Là dove infatti esiste una tendenza sociale sbagliata la legge se ne deve in primo luogo distaccare per poi arrivare a condannarla.

D’altra parte se agire sulla mente umana è forse tra le cose più difficili, possiamo iniziare ad agire sulle norme che dei comportamenti umani sono indirizzo.

Nella speranza che tale cambiamento legislativo segni l’inizio di un cambiamento sociale verso un mondo davvero giusto.

Miriam Ballerini

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