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Politica

Piattaforma Rousseau: esito decisivo per il nuovo governo

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Un 79.3% promuove il Conte bis. E’ così che si salva la pelle Di Maio pronto ad entrare alla Farnesina 

Sembra proprio che Luigi Di Maio sia nato con la camicia. Il voto sulla piattaforma Rousseau lo salva da un possibile fallimento personale. Se, al contrario, gli iscritti Cinque Stelle avessero bocciato l’accordo con il Partito Democratico, Di Maio avrebbe potuto preparare le valige per tornare alla vita che  ha intrapreso fino alla scoperta del potere. 

Sarebbe tornato a casa con ben tre sconfitte, tutte inanellate in poco più di due settimane. La prima: quella di essere stato scaricato dall’amico Matteo Salvini con il quale ha governato per oltre un anno; la seconda: collezionare una pessima immagine istituzionale rinnegando un accordo blindato; e terzo avrebbe perso il ruolo di capo politico del Movimento Cinque Stelle.

Quante questioni sono state in ballo nelle dieci ore di voto degli iscritti pentastellati. Per dieci ore qualcuno ha potuto sperare che, dopo Matteo Salvini, avremmo potuto toglierci di mezzo anche Di Maio. Invece è ancora vivo, ringalluzzito da un’improvvisa centralità conquistata dalla piattaforma Rousseau finora da tutti bistrattata. 

Se è interessante la giravolta con salto in alto e percorso sul filo di Di Maio, l’altro elemento su cui ragionare è la posizione conquistata dalla piattaforma Rousseau accostata finora all’immagine di una stanza oscura da cui tenersi lontani. Per un pomeriggio le attenzioni dei media e delle più alte istituzioni si sono spostate a Milano difronte allo studio di Casaleggio, e sede della piattaforma Rousseau, dal quale sarebbe uscito il risultato della votazione. La Casaleggio Associati è stata per un pomeriggio come Largo del Nazzareno a Roma. Un luogo nel quale si stava prendendo una decisione che avrebbero avuto effetto sull’intera politica. Rimane sempre però un’aurea di interdizione: di incertezza nei confronti di un metodo decisionale borderline fra pubblico e privato che lascia spazio a molti dubbi. 

E’ da notare tuttavia come negli ambienti del Partito Democratico, finora molto scettici sull’autorevolezza della piattaforma Rousseau, si scorgano aperture interessanti. Tutto sommato – si dice – è un metodo di consultazione interna come un altro. Quindi, se non si rimane perplessi sulla mozione di una direzione PD, non si deve essere scettici neanche su un voto online su Rousseau. Ci troviamo già in luna di miele: gli alleati hanno iniziato a sotterrare i motivi di divisione, i passati screzi per entrare in un “volemose bene” piuttosto imbarazzante. Dato per positivo il reciproco avvicinamento, questo non deve diventare un momento di imbarazzante accondiscendenza. 

Qualunque sia l’opinione di ognuno, il governo giallo-rosso è stato varato. Con un Di Maio ministro degli esteri e un Guerini alla difesa si sono mollati gli ormeggi. 

L’introduzione in qualche modo è stata scritta. Adesso tutto sta nel vedere se si tratterà di un tweet striminzito o di un post corposo e intrigante. 

Federico Feliziani

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Federico Feliziani
Autore e scrittore di prosa e poesie, blogger e consigliere comunale a Sasso Marconi, è da circa un decennio politicamente attivo e dedito alla causa contro le violazioni dei diritti umani. Considera la propria disabilità un’amica e compagna di vita con cui crescere e mantenere un dialogo costante.