Scuola Senza Zaino
Società

A Scuola Senza Zaino per imparare in armonia

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A fine Marzo sono stata a Scampia con l’Università. Si trattava di una gita formativa organizzata dalla professoressa del corso di “Sociologia dell’educazione extrascolastica”, per vedere come il quartiere sia stato rivalutato, grazie alle associazioni del posto. Tra le tante visite di quel giorno, ho avuto l’occasione di visitare anche una scuola elementare basata sul modello Senza Zaino, di cui non ero ancora a conoscenza.

Il modello Scuola Senza Zaino è davvero sorprendente e rivoluzionario. Il sistema scolastico Italiano ha una struttura molto rigida e poco flessibile: le lezioni sono spesso frontali, con la conseguenza di recare noia, disinteresse e facile disattenzione. C’è davvero tanto bisogno di rinnovare il sistema e renderlo più coinvolgente e confortevole.

Pensare ad una scuola a misura di bambino che tenga conto dell’impatto che l’ambiente e le relazioni hanno sull’apprendimento.
E sicuramente la Scuola Senza Zaino lo fa.

Le origini.

Il Movimento Senza Zaino nasce a Lucca da un’idea di Marco Orsi. È grazie all’influenza degli studi di psicologia e di pedagogia e ai contributi di pedagogisti e studiosi come Dewey, Maria Montessori, Gardner e Vygotskij che si pensa ad un progetto di questo tipo. In seguito, si espande anche in altre zone d’Italia.

Il Progetto nasce innanzitutto dal voler eliminare lo zaino, uno strumento simile a quello degli escursionisti e che risulta pesante e ingombrante. La Scuola Senza Zaino si basa anche sul fatto che l’esperienza scolastica dipende molto dal setting educativo e dal rapporto tra gli attori scolastici. In una scuola si intrecciano vari elementi e per essere formativa deve tenere conto anche di questo ed essere progettata di conseguenza.

I principi.

Sono 3 i principi su cui si basa il Progetto Scuola Senza Zaino:

  1. Scuola Senza ZainoOspitalità: l’ambiente infatti è organizzato in modo da essere accogliente e stimolante. Le aule, ad esempio, sono sistemate in modo da permettere di creare gruppo, collaborazione e legame tra i bambini. Gli ambienti sono quindi pensati per essere gradevoli, ricchi di materiali e curati.
  2. Responsabilità: un valore importante per infondere autonomia. Gli spazi sono organizzati in modo che i bambini possano imparare a far da sé, ad esempio con il pannello dove sono segnate le responsabilità di ogni bambino, la segnaletica per andare in bagno, il timetable con le lezioni ed attività. Piccoli e semplici modi che insegnano ai bambini a diventare autonomi e responsabili, incrementando anche la stimolazione, l’interesse e il coinvolgimento.
  3. Comunità: l’ambiente della Scuola Senza Zaino è progettato per rendere più reale l’idea di comunità. Ci sono spazi, dentro e fuori l’aula, creati apposta per momenti di gruppo, condivisione, confronto e organizzazione del lavoro. La scuola è anche relazioni e questo modello permette di tessere e rafforzare i legami che si creano all’interno di una scuola.

L’importanza dell’alfabetizzazione emozionale.

Durante la mia visita presso la Scuola Senza Zaino di Scampia, un aspetto particolare mi ha molto colpita: lo spazio che viene dedicato all’alfabetizzazione emozionale.
All’interno dell’aula c’è una zona in cui, prima della lezione, ci si riunisce e grazie a un cartellone che riporta le emozioni si chiede ai bambini come stanno, ognuno segna la sua emozione sul tabellone e poi se ne parla insieme.

Questo gesto permette ai bambini di sapere che anche a scuola possono trovare un ambiente accogliente in cui poter parlare e aprirsi. E iniziare a proporre questo tipo di educazione fin da piccoli è necessario per crescere poi giovani e adulti consapevoli delle proprie emozioni.

Le emozioni sono un aspetto molto importante della vita e oggi viviamo in una società in cui, invece, si fa fatica a parlarne e si tende a non esternarle. Vengono demonizzate e nascoste. A scuola oggi si punta molto sull’apprendere e sull’insegnare, chiedendo ai ragazzi di dare il massimo, fare sempre bene, stare buoni e attenti. Si trascura, però, un elemento: questi alunni vivono nel mondo e provano delle emozioni che si portano dietro ovunque, anche a scuola e questo spesso influisce poi sulla prestazione scolastica.

Si sente molto la mancanza di un’educazione emozionale e questo si traduce in giovani che faticano a riconoscere e parlare delle emozioni. La scuola gioca un ruolo fondamentale nella vita di ogni individuo e per questo ha il compito di non trascurare questi aspetti e offrire un sostegno e un’educazione alle emozioni. 

Il modello Senza Zaino lavora, quindi, sugli studenti a 360°, tenendo conto del contesto, dell’ambiente e della loro vita.

In un mondo sempre più individualista e asettico, educare alle emozioni diventa un gesto rivoluzionario.

Articolo a cura di:

Sara Najjar

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Sara Najjar
Nata nel 1996 a Bologna e cresciuta nell'hinterland modenese, è ritornata nella sua città natale da pendolare dove ha studiato prima Educatore sociale e culturale e poi Pedagogia. Si circonda di gatti fin da quando è piccola e, tra le tante cose, si ciba di musica (principalmente indie), serie tv, libri e scrittura.