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Politica

Luigi Di Maio: il Rocky di Pomigliano e l’ennesimo sequel

Luigi Di Maio e la guerra fredda col PD. Gladiatore o eroe per caso?

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Bella, calda, invitante, quasi ipnotica. Questo sarebbe lo slogan perfetto per qualsiasi capo merceologico, pubblicizzato dagli anni 50 in poi, giocando sull’accostamento di semplici cose alle sinuose e irresistibili forme di una donna. Questo deve essere anche il modo in cui Luigi Di Maio vede il suo rapporto con la gestione della Cosa Pubblica.

Stelle cadenti

Sarà il caso ma, nel periodo in cui una famosa azienda di divani e poltrone lancia gli spot per la nuova stagione, il tema delle comode sedie imbottite riecheggia nelle orecchie dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle. Attaccati alla poltrona, voltagabbana, traditori del popolo: sono solo alcune delle accuse rivolte ai grillini. Sotto la lente di ingrandimento, sempre lui. Quel Luigi Di Maio che, in quanto capo politico, Ministro dell’Economia e Vicepresidente del Consiglio, è il più bersagliato di tutti.

Determinazione, responsabilità, indomabile voglia di portare a termine il proprio compito: Luigi non ne vuole sapere di abbandonare il gran ballo della politica. Vita mondana, in un certo senso riconducibile – come detto inizialmente – al fascino del gentil sesso.

Dalle stalle alle stelle

Quella del lunatico di Pomigliano potrebbe essere la storia di qualsiasi ragazzo figlio degli anni 80, cresciuto nei 90, sviluppatosi nei primi 2000 per poi abbracciare una crisi esplosa in tutto il mondo. Luigi Di Maio è erede di quella incertezza e frustrazione di una nidiata lasciata alla deriva da una politica assente e denigratoria, irridente e sarcastica verso la cosiddetta generazione mille euro. Allora cosa fai? Dovrai pur mangiare, dovrai tirare avanti la carretta. Dunque ecco l’intuizione: la politica. Nessuna idea rivoluzionaria in un qualsiasi garage, alla Steve Jobs, per dirvene una. La Campania non è la Silicon Valley, la mela annurca non ha lo stesso appeal della Apple ma al meridione i fantasisti non sono mai mancati, soprattutto in politica. Uno a caso: Cirino Pomicino, tra i più grandi democristiani della storia. Nel 2007, confronto, diplomazia e mediazione lasciano spazio alla libertà di non avere etichette, di abbracciare ciò che è giusto e di seguire la propria coscienza. Nessun partito, un Movimento, lo sappiamo. Dai primi meeting di Beppe Grillo al Transatlantico non è proprio un attimo ma basta arrivare.

Stella Cometa

Luigi Di Maio è arrivato, ha conquistato la bella del Liceo nonostante fosse l’ultimo dei Nerd. La rivincita degli ultimi, l’Animal House o American Pie a 5 Stelle. O forse il Rocky di Pomigliano. Bello sì, ma troppi sequel stancano. The end?

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